E' difficile passare una giornata senza sentire la parola "COVID". Sono e siamo stufi di sentirla. Ho desistito molto dallo scrivere riflessioni sul tema, "gli stiamo dando troppa importanza" mi dicevo..
Poi ho guardato i miei piccoli pazienti ed ho iniziato a riflettere sul significato che questo momento ha per loro. Cosa vuol dire per un bambino "fuori c'è la febbre, dobbiamo stare in casa!" ?
Lo hanno compreso bene, loro, che questo è un nemico difficile. Si sono adoperati per sconfiggerlo e si sono impegnati per rispettare queste "nuove regole". Lo vedo nei loro occhi quando entrano dalla porta e mi porgono la mano per il fatidico gel. Te lo dicono in silenzio quando sollevano il berretto per farsi provare la febbre. Una semplice routine che hanno imparato giorno dopo giorno.
Se è vero che i bimbi sono sempre più preparati e consapevoli, è bene stare attenti anche alle conseguenze che questo potrebbe avere. Dobbiamo stare attenti a non permettere che la limitazione della socialità diventi la norma, dobbiamo stare attenti affinché questo non si traduca in una riduzione dell'inventiva, della creatività e della condivisione sociale.
Ovviamente non tutto dev'essere visto in maniera negativa, molti studi dimostrano che è proprio nei momenti più critici che si pongono le basi per nuove idee, nuovi modi di relazionarsi e di vivere. Si parla di creatività e di RESILIENZA intesa questa come la capacità di riprendersi e di uscire più forti e pieni di nuove risorse dalle avversità (Walsh, 2008). Per aiutare i più piccoli è bene proporre delle soluzioni alternative che facciano sì che anche le novità siano vissute come un divertimento.
Come ricambiare il loro impegno?
Molti genitori si stanno domandando come aiutare i più piccoli a comprendere quanto sta accadendo.
Le domande più frequenti sono "Ne dobbiamo parlare con lui?", "E' giusto che senta le notizie dal telegiornale?", " Sarebbe meglio fingere che tutto va bene?", "E' giusto evitare di parlarne troppo?"...
Vediamo insieme alcune semplici considerazioni rispetto a questo:
- L’ascolto e la rassicurazione sono i mezzi principali per accedere al mondo delle loro emozioni, paure e preoccupazioni. Comprendere quali sono i loro pensieri e le loro riflessioni sul tema e spiegando loro quello che si sta facendo per superare il problema costituisce un ottimo supporto affettivo-relazionale.
- I bambini sono attenti osservatori delle emozioni e delle reazioni degli adulti. E' bene spiegare quello che si sta provando in questo momento storico in un ottica rassicurante e speranzosa;
- La mediazione da parte del genitore permette al bambino di non essere lasciato solo nell'elaborazione delle informazioni. I bambini non hanno gli stessi strumenti di comprensione degli adulti e senza un aiuto interpreterebbero ciò che sentono secondo schemi interpretativi caratteristici della loro età;
- Se un bambino non riceve informazioni sufficienti per leggere la realtà, ricorre alla fantasia con il rischio di incappare in scenari molto più spaventosi e catastrofici..
Tutto ciò permette al bambino di sentirsi rassicurato e rincuorato.
..nella speranza che tutto questo possa passare presto..
Walsh F., La resilienza familiare, Raffaello Cortina Editore, 2008
Goleman D., Intelligenza emotiva, Rizzoli, 1996
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