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La relazione madre-bambino




“Il cuore della mamma non è solo un muscolo che batte di continuo.

È un luogo magico dove succedono cose straordinarie…

Il cuore della mamma è legato al cuore di ogni figlio da un filo sottilissimo, quasi invisibile.

È grazie a questo filo che tutto ciò che accade ai figli fa succedere qualcosa nel cuore della mamma”

Da Cuore di mamma I.M.Martins e B.Carvalho ed la Nuova Frontiera Junior



I libri per bambini sono tanto semplici quanto efficaci ed immediati per spiegare o illustrare concetti che noi adulti tendiamo a riempire di parole o al contrario quasi non sappiamo definire.


Il contatto di sguardo tra madre e figlio è uno dei più potenti legami al mondo. Spesso le madri ricordano il primo sguardo modulato con il figlio, ovvero uno sguardo di significato a cui un’espressione di uno ha portato alla risposta dell’altro, ad esempio a sorriso rispondo con un sorriso. Solitamente ciò avviene dopo le prime settimane di vita del neonato, entro i primi mesi.


È anche lì, nello scambiarsi reciprocamente sguardi, che nasce piano piano il legame tra madre e figlio, il primo legame di attaccamento affettivo. In questi scambi lo sguardo della mamma si modula su quello del figlio ed assume una funzione di rispecchiamento emotivo. È in questo modo che il bambino può iniziare a costruire la sua identità, percependosi nello sguardo della madre.

Non solo, è in questi scambi che si avvia la sintonizzazione emotiva, quel meraviglioso processo per cui io riesco a sentire le tue emozioni e tu te ne accorgi.


Oltre allo sguardo anche tutto il non verbale (ad esempio vicinanza fisica, mimica facciale, etc) fa sentire all’altro se siamo presenti nella relazione o meno. Le parole sono altrettanto preziose per arricchire e portare la relazioni a livelli poi più strutturati e maturi, ma a poco servirebbero se non ci fosse tutto il resto.


In campo psicologico e neuroscientifico migliaia sono gli studi che hanno analizzato in maniera scientifica le diverse variabili che intercorrono a determinare la relazione tra madre e bambino e come queste si regolino perché la relazione sia valida. Cercando di riportarlo in modo più semplice si potrebbe riassumere che la ripetizione sistematica di modulazioni tra il bambino e la sua mamma (o altra figura di riferimento) crea nel bambino delle connessioni neurali che andranno a strutturare progressivamente il suo sé, le basi della sua persona.




(Dopo aver parlato di mamma e bambino, ecco una foto di uno sguardo tra papà e bambino! Anche il padre è, ovviamente, una figura di riferimento!)


Il “filo” che unisce madre e bambino è un legame che si evolve nel tempo e che può attraversare momenti più sereni e periodi più faticosi. La capacità di accorgerci delle fatiche nella relazione dà il via ad un processo di riflessione e a tentativi di riparazione della relazione. Se complessivamente transitori, si tratta di momenti fisiologici nella storia di ognuno e rientrano nel range di quella variabilità che fa sì che una mamma debba essere “sufficientemente buona” e che la perfezione, davvero, non esiste (ndr!).


Se invece la sensazione che ci sia qualcosa che non va permane o non si trovano risorse o strategie efficaci per un cambiamento, un aiuto da una figura esterna può aiutare. Spesso è sufficiente una rilettura della situazione da parte di una persona cara oppure sentire il suo sostegno e la sua vicinanza. Altre volte si può tenere in considerazione l’aiuto di uno specialista che può far ritrovare alla madre tutti gli strumenti di cui è in possesso per stare bene con il proprio figlio.

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